Sospetto Generale

Presa di ostaggi in un caffè a Sydney. Il reo: un predicatore sedicente dall’Iran di circa 50 anni. Le reti sociali sono pieni di commenti. L’Islam ha la colpa! Ancora una volta tutto era prevedibile, si lo già sapevo sempre, etc. Il colpevole sembra trovato. Si ha l’impressione che il criminale non è il colpevole, ma una religione. È condannato in generale, la fede è la causa. La questione è stata risolta. Tra le persone di fede musulmana regna da allora la paura. Non hanno più il coraggio di andare giù nella strada, non in un autobus o la metropolitana, anche se il governo australiano ha assicurato credibile che si trattasse di un singolo criminale. Ma non tutti i blogger pensano così. Su twitter, letto nella Frankfurter Allgemeine Zeitung, si trova una campagna: per esempio, una donna offre il suo aiuto a persone che hanno paura nella atmosfera eccitata. Se qualcuno non si sentiva sicuro da solo, ha scritto, lo accompagna di buon grado in viaggio nell’autobus. Dovremmo prendere esempio. Dare un nome al colpevole, in luogo di sospetto e condanna generale. Coraggio invece di soluzione superficiale dei problemi, semplicemente seguendo il motto: Abbiamo cancellato quel problema.

Generalverdacht

Geiselnahme in einem Café in Sydney. Täter: ein selbst ernannter Prediger aus dem Iran, circa 50 Jahre alt. Die sozialen Netzwerke sind voll von Kommentaren. Der Islam ist schuld! Es war mal wieder alles vorherzusehen, man wusste es schon immer, usw. Der Schuldige scheint gefunden. Man gewinnt den Eindruck, dass nicht der Verbrecher der Täter ist, sondern eine Religion. Es wird pauschal verurteilt, die Glaubensrichtung ist die Ursache. Die Sache ist abgehakt. Unter Menschen muslimischen Glaubens herrscht seitdem Angst. Man traut sich nicht mehr auf die Straße, nicht mehr in einen Bus oder die U-Bahn, obwohl die australische Regierung glaubhaft versichert, es handele sich um einen Einzeltäter. Aber nicht alle Blogger denken so. Auf twitter, nachzulesen in der Frankfurter Allgemeine Zeitung, gibt es eine Kampagne: Zum Beispiel eine Frau bietet für Menschen, die in der aufgeheizten Stimmung Angst haben, ihre Hilfe an. Wenn sich jemand alleine nicht sicher fühle, schrieb sie, dann begleite sie denjenigen gerne bei der Fahrt im Bus. Wir sollten uns ein Beispiel nehmen. Benennung der Täter statt Generalverdacht und Pauschalverurteilung. Zivilcourage statt oberflächliche Lösung der Probleme, bloß um sie abzuhaken.

© Thomas Dietsch

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