Il rublo non rotola più . La Russia ha la peggiore crisi monetaria dal 1998. Le sanzioni imposte dall’Occidente fanno effetto, hanno colpito l’economia russa molto duro. Un popolo sta soffrendo, il governo rimane testardo. Immagini si svegliano dell’invasione americana nel 1983 nel stato caraibico di Grenada. Nel mezzo della guerra fredda, gli americani mostrano la forza militare. Si „libera“ il piccolo stato dal male. In quanto alla politica interna non stava bene per gli americani a causa della corsa agli armamenti. Si ha focalizzato l’attenzione sulla politica estera. Questo non è diverso oggi, solo che questa volta è la Russia. Tra l´altro la marina russa si mostra sulla costa orientale di Stati Uniti, Australia e il canale della Manica. Con poche eccezioni c’era nessuna violazione delle frontiere degli stati menzionati. Anche un passaggio di forze navali russe nel canale della Manica non è straordinario. È nuova che essi lì tengono manovre. „Siamo qui e siamo forti!“ è il messaggio. E questi „messaggi“ costano centinaia di migliaia, addirittura milioni di rubli. Denaro che avrebbe urgente bisogno per cose più importanti nel bilancio dello stato russo. Presunzione a spese del popolo. La guerra come strumento di politica è fuori moda. Un modo di pensare retrivo diventa costoso. E adattare la nostra economia alle esigenze del 21 ° secolo costerà molto di più. . Quindi, cerchiamo di salvare al punto giusto!
Der Rubel
Der Rubel rollt nicht mehr. Russland hat die schlimmste Währungskrise seit 1998. Die durch den Westen verhängten Sanktionen zeigen Wirkung, treffen die russische Wirtschaft sehr hart. Ein Volk leidet, die Regierung bleibt stur. Bilder der Invasion der USA 1983 im Karibikstaat Grenada werden wach. Mitten im Kalten Krieg zeigen die Amerikaner militärische Stärke. Man „befreit“ den kleinen Staat vom Bösen. Innenpolitisch ging es den Amerikanern aufgrund des damaligen Wettrüstens nicht gut. Man lenkte die Aufmerksamkeit auf die Außenpolitik. Das ist heute nicht anders, nur dieses Mal ist es Russland. Unter anderem die russische Marine zeigt sich vor der Ostküste der USA, vor Australien und im Ärmelkanal. Bis auf wenige Ausnahmen kam es zu keiner Verletzung der Grenzen der jeweiligen Staaten. Auch ein Passieren von russischen Marineschiffen im Ärmelkanal ist nichts Außergewöhnliches. Neu ist, dass man dort Manöver abhält. „Wir sind hier und wir sind stark!“ lautet die Botschaft. Und diese „Botschaften“ kosten Hunderttausende, wenn nicht gar Millionen an Rubel. Geld, das im russischen Staatshaushalt dringend benötigt würde für wichtigere Dinge. Protzerei auf Kosten des Volkes. Krieg als Mittel der Politik ist out. Rückständiges Denken kostet viel Geld. Und die Anpassung unserer Wirtschaft an die Erfordernisse des 21. Jahrhunderts kostet noch viel mehr. Also, lasst uns am richtigen Punkt sparen!
© Thomas Dietsch