Vulcano

Volarono attraverso l´universo alla ricerca di nuovi mondi. Così, il diario di bordo del USS Enterprise, del tempo siderale …. Il capitano James T. Kirk, il signor Spock, tenente Uhura, il signor Sulu, il dottor McCoy e come sono stati chiamati tutti. Stiamo parlando di Star Trek, la serie originale dagli anni 1960. Quando ho guardato il mio primo episodio come bambino – se fossi già stato andando a scuola, non so più – ero più confuso che intrattenuto dopo. Questo uomo strano che sempre pensava così logico e che commentava costantemente una espressione dei sentimenti con un sopracciglio alzato. Ho passato una notte insonne pensando sulla domanda perché questo poveraccio aveva le orecchie a punta così. Un bambino travolto con il contenuto, forse il livello di serie televisiva. Per me in quel momento anche un mondo nuovo. Oggi aspirano al cosmo alla ricerca del fratello o della sorella della nostra terra. Estensioni infinite! E nel frattempo noi noi abbiamo straniato dal nostro pianeta. Intrighi di Putin, dappertutto le guerre, nuovi fenomeni come IS e così via. Fino a che punto si deve volare per trovare questo nuovo mondo per un nuovo inizio? Forse non tanto. E così vedo di notte il cielo, miliardi di stelle e dico assorto in pensieri: „Grazie, Leonard Nimoy“.

Vulkan

Sie flogen durch das All auf der Suche nach neuen Welten. So das Logbuch der USS Enterprise, Sternzeit … . Captain James T. Kirk, Mr. Spock, Lt. Uhura, Mr. Sulu, Dr. McCoy und wie sie alle hießen. Die Rede ist von Star Trek, der Originalserie aus den 1960er Jahren. Als ich meine erste Folge damals als Kind anschaute – ob ich schon zur Schule ging, weiß ich nicht mehr – war ich hinterher mehr verwirrt als unterhalten. Dieser komische Mann, der immer so logisch dachte und Gefühlsäußerungen stets mit einem Anheben der Augenbraue kommentierte. Ich verbrachte eine schlaflose Nacht beim Nachdenken darüber, warum dieser arme Mensch so spitze Ohren hatte. Ein Kind, überfordert mit dem Inhalt, vielleicht dem Niveau einer Fernsehserie. Für mich damals ebenfalls eine neue Welt. Wir streben heute ins All, suchen den Bruder oder die Schwester unserer Erde. Unendliche Weiten! Und zwischenzeitlich ist uns unser Heimatplanet fremd geworden. Putins Machenschaften, überall Krieg, neue Phänomene wie IS und so weiter. Wie weit muss man fliegen, um diese neue Welt für den Neuanfang zu finden? Vielleicht gar nicht so weit. Und so sehe ich nachts zum Himmel, in Milliarden von Sternen und sage im Gedanken: „Danke, Leonard Nimoy!“.

© Thomas Dietsch